“Sempre occupato. Giornalismo smart e diritto alla disconnessione” è il tema che ha aperto la prima giornata di “Liquida” il festival di letteratura giornalistica che si svolge da oggi sino a domenica 2 agosto nello spazio adiacente alla basilica romanica di Saccargia a Codrongianos. Tre giorni di incontri e dibattiti per approfondire i temi legati all’informazione, alla comunicazione e alla cultura con un’attenzione particolare al giornalismo, analizzato attraverso alcuni suoi protagonisti per comprenderne le evoluzioni, le degenerazioni e la continua trasformazione legata alla dimensione sempre più “liquida”della notizia. Notizia che appare sempre più destrutturata e frammentata ma che ora più che mai necessita di giornalisti preparati, autorevoli e competenti.
La manifestazione, organizzata dal comune di Codrongianos con la collaborazione dell’Associazione della Stampa Sarda e il contributo di numerosi altri partner è entrata nel vivo proprio questa sera dopo una serie di anteprime in forma laboratoriale, dedicate agli alunni e alle alunne della scuola media di Codrongianos, e curate da Teo Benedetti e Paola Zannoner.
Protagonisti del momento inaugurale Bruno Del Vecchio, avvocato della Federazione Nazionale della Stampa, e il giornalista e presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, Celestino Tabasso.
Del Vecchio ha posto l’accento, introdotto dal presidente Tabasso, sugli effetti della pandemia per i giornalisti: il profondo mutamento della professione, negli orari e nella retribuzione e anche nel carico di lavoro. Oggi, in una situazione eccezionale legata all’emergenza sanitaria, i giornalisti sono sempre connessi e si trovano sovente lontani dalla redazione; lontananza fisica ma anche professionale con impegno da remoto e quasi sempre ad esclusivo carico dal punto di vista economico del redattore. Un flusso immersivo, quello attuale, che ha effetti tangibili sulla qualità dell’informazione stessa.
Altri tre importanti appuntamenti hanno caratterizzato la giornata: il primo ha avuto come protagonista la giornalista scientifica Silvia Bencivelli che ha presentato il suo libro “Sospettosi, noi e i nostri dubbi sulla scienza” assieme al direttore del Centro Servizi culturali di Macomer, Giancarlo Zoccheddu. Subito dopo incontro tutto al femminile tra le giornaliste Daniela Scano e Simonetta Fiori, inviata di Repubblica e autrice di “La testa e il cuore, l’amore in trenta storie”. In chiusura Benedetta Tobagi, figlia del giornalista Walter Tobagi assassinato nel 1980, ha affrontato insieme al collega Piero Mannironi i temi di terrorismo e giustizia sviluppati nel suo “Piazza Fontana, il processo impossibile”.
Nei giorni successivi ci saranno sul palco altri importanti ospiti: da Gerardo Greco a Ritanna Armeni passando per Mariangela Pira, Flavia Perina, Marco Lillo e Antonio Padellaro. E proprio il giornalista e fondatore de Il Fatto Quotidiano chiuderà la giornata finale, domenica 2 agosto, dialogando con il collega e autore televisivo Alberto Urgu su “La strage e il miracolo. 23 gennaio 1994 Stadio Olimpico”. In questo libro, Padellaro ritorna sul fallito attentato organizzato dalla mafia in occasione della sfida di calcio fra Roma e Udinese. Una strage scongiurata che avrebbe probabilmente cambiato il corso della storia del nostro Paese.
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